Jack Lumer
24° Premio Cairo
Nato a Milano nel 1998. Vive e lavora a Milano.
MOSTRE
2023 Broken vases, Espacio Casamadre, Madrid (Spagna).
2023 Confused people of the early 20’s, Centre International d’Art Contemporain ZM, Tangeri (Marocco).
Nell’elegante minimalismo di Jack Lumer si fondono spiritualità, memoria, vissuto familiare e collettivo. Con l’opera in concorso, intitolata A place where to sit down, l’artista esplora la relazione storica tra ebrei e arabi, realizzando un compendio simbolico della cultura amazigh, comunità berbera che ha intrecciato nei secoli elementi di entrambe le tradizioni. Osservando l’opera da sinistra verso destra, incontriamo innanzitutto, su di un fondale sabbioso, la frase del titolo, scritta a matita più volte fino a divenire una preghiera o una formula rituale; seguono due sagome umane, appena intuibili come apparizioni nel deserto, e una fascia verticale di fotografie d’archivio virate al blu. Il ritratto a carboncino di una donna berbera emerge poi in un netto contrasto chiaroscurale, quasi un’icona fuori dal tempo. Ai piedi dell’opera, un tappeto tradizionale tessuto sui monti dell’Atlante, simbolo ultimo della casa, di un luogo in cui sostare e trovare riposo. Cresciuto a New York, laureato in Fotografia alla University of the arts di Londra e in Arti visive alla Naba, Lumer dimostra una luminosa fiducia nell’atto creativo, come se l’immagine fosse il vero rifugio auspicato nel titolo, la dimensione in cui conciliare passato e presente, e riunire ciò che i venti della storia vorrebbero disperdere.
Giulia Oglialoro
tecnica mista su tela, tappeto, cm 200x180x30.