Maria Giovanna Zanella
24° Premio Cairo
Nata a Schio (VI) nel 1991. Vive e lavora tra Milano e Venezia.
MOSTRE
2025 Venice time case, Archivio di Stato, Napoli.
2024 Noi che siamo due, Adiacenze, Bologna.
2023 Pasolini chi? Parole di Pelle, Magazzini del Sale, Villa Ottelio di Ariis, Trieste
Esplorando il corpo come luogo di vulnerabilità e frizione, nonché passione, desiderio, pulsioni, il lavoro di Maria Giovanna Zanella dà forma a una fisicità che è materia viva. «L’amore e l’erotismo sono trasversali», dice l’artista, «rappresentano tutte le altezze e bassezze di cui siamo capaci». Il discorso, nel caso dell’opera in concorso, intitolata Buoni, è affidato a una scultura in pane: un insieme di elementi che richiamano masse carnose, frammenti anatomici, così come fossili organici o concrezioni magmatiche. Le diverse qualità di farina e lieviti utilizzate, e le temperature variabili del forno appositamente costruito, hanno determinato combinazioni di colore, densità e texture in ampia parte non prevedibili, con un esito (formale e simbolico) che riesce a sintetizzare l’immediatezza dell’arte primitiva con la complessità degli eccessi contemporanei. Allo stesso modo emblema di nutrimento e deperibilità, abbondanza e spreco, Buoni incarna un organismo scomposto eppure prolifico, imprevedibile e contraddittorio ma irresistibile, che arricchisce di ulteriori significati il fulcro tematico della sua pratica artistica: da un lato «demostrizzare» il corpo per mostrarlo al netto di stigmi, paure, tabù; dall’altro, contemplarne la «titanica fragilità e bellezza», accettando così potenza e limiti dell’esperienza umana.
Sara Boggio
pani cotti a legna (farina, acqua e lievito madre), cm 200x200.