Gaia Fugazza

Milano, 1985
Artista

21° Premio Cairo

Nata a Milano nel 1985, studia pittura all’Accademia di Belle arti di Brera e si specializza allo UAL College of art di Londra. Con quadri e performance prende parte a numerose mostre tra cui Images of Italy alla Galleria d’arte moderna (Milano, 2019), Glasstress alla Fondazione Berengo (Venezia, 2019) e Primavera 4 alla Dena Foundation for contemporary art (Parigi, 2015).

C’è come una premonizione, un an- nuncio di sventura imminente nell’opera che Gaia Fugazza (Milano, 1985) ha realizzato per il Premio Cairo. At sunny rise ci mostra due figure umane a testa in giù, che nelle intenzioni dell’artista potrebbero evocare due bambini che giocano, ma anche dei tuberi piantati in un terreno precario, che assorbono luce da un sole rosso e dai raggi smagriti. Se il cielo appare percorso da inquietanti lampi rossastri, l’entità bianca in primo piano può richiamare un copriletto o un iceberg in procinto di sciogliersi.

Artista con base a Londra, Fugazza è da sempre interessata a esplorare il rapporto tra l’essere l’umano e l’ambiente in modi sorprendenti e non ingenui. Un interesse che si esprime nei soggetti ritratti – le sue opere sono spesso popolate da sirene, donne-centauro, misteriosi ibridi tra piante e figure umane – ma anche nei materiali impiegati: il supporto ligneo rappresenta una costante nella poetica dell’artista, così come la cera d’api; una materia, questa, con un’antichissima tradizione pittorica, tanto che ne furono ritrovati dei residui persino nelle grotte di Lascaux. Proprio dalle pitture rupestri Fugazza eredita il tratto essenziale e incisivo del disegno e una diversa concezione dell’opera d’arte, dove l’umano è una creatura fra le altre e non il centro assoluto della composizione. Rielaborando temi urgenti e contemporanei con una sensibilità antica, At sunny rise getta allora un ponte fra presente e passato e ci parla con tutta la forza e l’elegante crudezza di un sogno premonitore.

 

Giulia Oglialoro

At sunny rise

pigmenti minerali, gommalacca e cera d’api su legno, cm 180x11.